Arriva Obama

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di Enrico Sassoon   

Mancano due settimane sole all’ingresso di Obama alla Casa Bianca, e intanto i dossier pieni di problemi si accumulano sulla scrivania di Bush, che ovviamente nemmeno li guarda più. Obama dovrà intervenire molto rapidamente per affrontare i capitoli più spinosi all’ordine del giorno, sia in campo politico che economico.

Il primo è quello della guerra di Gaza, ed è delicato non solo perché è un problema in sé, ma anche perché tutto il mondo vuole vedere come si orienterà il nuovo presidente: manterrà l’appoggio a Israele dato dall’amministrazione Bush, o cercherà di forzare una pace con i palestinesi malgrado l’evidente indisponibilità di Hamas e la latitanza del mondo arabo?

Il secondo nodo è quello dell’economia. In America la crisi avanza e l’intervento dello Stato è già molto sviluppato. Il salvataggio di banche, istituzioni finanziarie e imprese sta già costando e ormai si calcola che il deficit federale arrivi nel 2009 a 1000 miliardi di dollari. È una cifra colossale, che non potrà non condizionare le future decisioni di un neo-presidente che, nelle promesse elettorali, voleva aiutare i ceti più deboli, riformare il sistema previdenziale e quello sanitario. Ora i suoi margini di manovra sono ancora più ristretti e difficilmente potrà dare vita alle riforme, almeno finché l’economia non darà segni di ripresa, e ci vorrà del tempo.

La questione è che Obama ha sollevato in casa e all’estero (soprattutto all’estero) delle aspettative almeno in parte irrealistiche. Il fatto di essere un presidente di colore, giovane e innovativo ha indotto molti a ritenere che sarà un presidente vicino alle classi più svantaggiate, alle minoranze, ai paesi in via di sviluppo, alle istanze ambientaliste, ai pacifisti di vario colore.

Può essere che in qualche misura Obama possa essere tutto questo, ma va ricordato che è comunque il presidente degli Stati Uniti, la prima potenza mondiale, e che il suo primo e vero obiettivo rimane quello di tutti i suoi predecessori: l’interesse nazionale. Dal 20 gennaio in poi potremo verificare in concreto in quali direzioni si dirigerà l’uomo più potente del mondo.

 tratto da: casaleggio.it
 

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