Impronte degli uomini, nemiche della Terra?

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Nonostante la storia dell’umanità dimostri in maniera inequivocabile che la crescita è sempre un bene e che lo sviluppo civile, demografico, scientifico e tecnologico è necessario per garantire la sopravvivenza e il miglioramento della qualità della vita, persiste nell’ideologia ambientalista il pregiudizio contro l’incremento demografico e lo sviluppo condotto dal genere umano.

Secondo la filosofia ambientalista ci sono troppe persone sulla Terra; queste persone utilizzano un modello di sviluppo che consuma troppe risorse; e il frutto di questo consumo è un sempre maggiore inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. In realtà il XX secolo è stato il secolo della salute e della longevità. Mai il genere umano è vissuto così a lungo e meglio di oggi. Ci sono differenze qualitative fra i vari continenti, ma questo dipende da uno sfruttamento monopolistico e da una cattiva distribuzione dei beni. Proprio nel XX secolo la popolazione mondiale è aumentata di quattro volte, mentre il prodotto lordo è aumentato di diciassette. Fino al 1700 la popolazione mondiale non aveva superato i seicento milioni di unità. In questa nuova inchiesta tutti i dati e i documenti che svelano che il mondo non morirà né di sete, né di fame, né di freddo.

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