Benedetto XVI dalla penna di Navarro-Valls

navarro_valls_ratzinger.jpg“Lo scrittore inglese Chesterton diceva che è il miracolo del linguaggio a permettere a un uomo non soltanto di esprimere le proprie idee, ma anche di lasciare una traccia di se stesso, della propria irripetibile individualità. Ciò non riguarda ovviamente soltanto la scrittura, ma lo «stile» di una persona, che è rivelato dai gesti, dal comportamento, dalla vita”. E’ questo il giudizio su Papa Benedetto XVI che il direttore della Sala Stampa Vaticana per antonomasia, Joaquín Navarro-Valls,  registra nel suo recente libro “A passo d’uomo” edito da Mondadori.

Ventidue anni di servizio (1984 – 2006) al seguito di Giovanni Paolo II e a servizio dell’informazione istituzionale della Chiesa Cattolica sono davvero tanti. Poi, a fronte di una sua personale richiesta, giunge il momento di fare un passo indietro. Egli stesso dichiara: «Sono molto grato al Santo Padre che ha voluto accogliere la mia disponibilità, più volte manifestata, a lasciare l’incarico di Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, dopo un così lungo numero di anni. Sono consapevole di aver ricevuto in questi anni molto di più di quanto abbia potuto dare e perfino di quanto sia adesso capace di comprendere pienamente».

Joaquín Navarro-Valls trascorse appena un anno sotto il pontificato di Benedetto XVI, ma aveva compreso subito la grande caratura umana e le eccellenti doti di comunicatore dell’ex prefetto del Sant’Uffizio Joseph Ratzinger. Nel suo libro Navarro-Valls scrive: “Per Ratzinger non sono le idee a dare un volto alle persone, ma le persone a rivelarsi attraverso le idee. […] Il suo gesto elegante ed efficace è tale perché il suo stesso pensiero è così”. Senza dubbio – prosegue Joaquín Navarro-Valls – “Ratzinger ha quella strana e ammirevole forza di chi ama più stupirsi che stupire: anche per questo il suo non è un atteggiamento di tenerezza, ma di dolcezza pacata e di sottile malinconia, quasi di gracilità. Proprio come se il suo sguardo raggiungesse il distacco e l’altezza di chi cerca di vedere il fondo del cuore degli uomini”.

Papa Benedetto XVI è un uomo capace di dialogo; Egli forse ha intuito che operando una maggiore spinta a favore del dialogo ecumenico ci si possa avvicinare a quell’unità auspicata da più parti. “Chi dialoga non soffre paure; chi dialoga – asserisce Navarro-Valls – non è impressionato dal clamore o dal silenzio della folla o dalle opinioni diverse. Chi dialoga però deve saper dialogare, deve conoscere i meccanismi che muovono le opinioni  e deve credere che valga la pena confrontarsi. Proprio come lo crede risolutamente Ratzinger”.

Il dialogo diventa maggiormente efficace se supportato da un servizio di informazione adeguato e capace di tenere il passo con i ritmi del Pontefice. Il ruolo e il sostegno della Sala Stampa Vaticana è fondamentale. Pensiamo ai grandi eventi che segnarono il pontificato di Giovanni Paolo II (l’incontro con Mikhail Gorbaciov, la caduta dei totalitarismi e del muro di Berlino, solo per citare due grandi esempi) e al mastodontico lavoro che la Sala Stampa Vaticana dovette affrontare in termini di pubblicazione di notizie, dichiarazioni ufficiali, rapporti diplomatici, agenzie stampa prontamente lanciate… è evidente che anche il più piccolo errore o ritardo nella comunicazione avrebbe potuto compromettere ogni cosa. In quelle ed altre mille circostanze, Joaquín Navarro-Valls era «Il Direttore», e il suo lavoro si rivelò importantissimo.

Nel libro Navarro-Valls ricorda l’incontro con Benedetto XVI due giorni dopo l’elezione a Romano Pontefice: “In quel preciso istante inconsapevolmente capii che tutto era cambiato per lui. In quel preciso istante compresi che la sua vita precedente era finita – senza però scomparire – per sempre. E oggi sono in grado di capire l’autentico significato di quella sua successiva affermazione: «Io, ma non più io». Con la consueta delicata, brillante discrezione, la sua vita personale da quel giorno ha fatto un passo indietro per lasciare spazio all’identità sacra e alla responsabilità dell’istituzione. In Ratzinger cominciava allora quel mistero che ogni Papa porta con sé; anzi che ogni Papa è”.

fonte: cogitor.altervista.org/virgolettato
 

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