Contratti pubblici, anticorruzione e antiriciclaggio: perché la digitalizzazione è (finalmente) un obbligo

Con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023) e del correttivo (D.Lgs. 209/2024), il tema della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione torna al centro del dibattito non più come orizzonte ideale, ma come vincolo normativo.

A partire dal 1° gennaio 2024, ogni fase del ciclo di vita degli appalti pubblici – dalla programmazione all’affidamento, dall’esecuzione alla rendicontazione – deve svolgersi in formato digitale attraverso piattaforme certificate e interoperabili.

Un cambio di paradigma: interoperabilità, tracciabilità, trasparenza

La riforma impone non solo una transizione tecnologica, ma soprattutto un salto culturale: la digitalizzazione diventa strumento concreto di prevenzione della corruzione e del riciclaggio, nonché leva per una governance più trasparente, efficiente e responsabile.

L’interoperabilità tra piattaforme (BDNCP, PDND, ANAC, etc.), la tracciabilità dei flussi e la possibilità di audit trail completi consentono agli attori pubblici di passare dal controllo ex post al monitoraggio in tempo reale, con benefici evidenti anche per la compliance normativa.

Corruzione e riciclaggio: due facce della stessa minaccia

L’articolazione tra la disciplina dell’anticorruzione (231/2001) e quella dell’antiriciclaggio (231/2007) è oggi sempre più stretta. Lo ricorda anche la UIF (Unità di Informazione Finanziaria), secondo cui la corruzione è spesso reato-pregresso al riciclaggio, soprattutto nei flussi connessi agli appalti pubblici.

La PA è dunque chiamata a dotarsi non solo di strumenti di controllo interno, ma anche di sistemi digitali intelligenti che facilitino la segnalazione di anomalie, l’attivazione delle misure di mitigazione e la formazione continua degli operatori.

I software che abilitano la trasformazione

In questo scenario di grande complessità normativa e tecnologica, tre soluzioni sviluppate da Maps Group rappresentano strumenti affidabili per accompagnare enti pubblici e operatori economici nella costruzione di un vero ecosistema digitale anticorruzione:

🔎 GZOOM

Un cruscotto strategico per la gestione integrata della performance e del rischio.
Consente di monitorare in tempo reale tutti gli adempimenti di legge (231, anticorruzione, GDPR, audit), attivare alert automatizzati e mappare i processi critici con evidenza documentale.

📄 Legality & Transparency

Un software di compliance legale disegnato per la Pubblica Amministrazione.
Supporta la redazione dei Modelli 231, la gestione delle segnalazioni, la pubblicazione degli obblighi trasparenza e l’interfaccia con ANAC.
È un alleato fondamentale per responsabili prevenzione corruzione e trasparenza (RPCT) e Organismi di Vigilanza.

☁️ Smartnebula

Una piattaforma cloud che garantisce interoperabilità by design.
Abilita l’integrazione con i sistemi nazionali (PAD, PDND, BDNCP), la gestione in modalità “once only” dei flussi informativi, l’organizzazione di dossier digitali e la trasmissione semplificata verso le autorità competenti.

Digitalizzazione e legalità: un binomio necessario

Il nuovo Codice dei Contratti trasforma la digitalizzazione in un fattore abilitante della legalità. Non si tratta solo di dematerializzare documenti, ma di reingegnerizzare i processi con tecnologie che rendano visibile, tracciabile e controllabile ogni passaggio.

Chi saprà interpretare correttamente questo passaggio sarà in grado non solo di rispettare la legge, ma di trasformare l’obbligo in opportunità: per migliorare la qualità dell’azione amministrativa, rafforzare la fiducia dei cittadini e proteggere le risorse pubbliche da opacità e abusi.


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