I grandi uomini creano, poi predoni e profittatori distruggono

alberoni.jpg

di Francesco Alberoni

Chi consentì all’arte, alla filosofia, alla cultura greca di dominare il mondo antico, chi fece di Socrate, Platone, Aristotele i maestri del sapere per i millenni successivi, fu Alessandro Magno. Perché, quando salì al trono, la Grecia stava declinando ed era sul punto di venir schiacciata da poteri più grandi. Lui fece dei greci il popolo egemone, e del greco la lingua universale che si parlava dai confini della Cina all’ India, all’ Egitto, al sud della Francia. Eppure, quando arrivò la notizia della sua morte, tutta la Grecia fece festa, esultò, gridò di gioia, perché era morto il tiranno! Quei miserabili non avevano capito nulla del suo sogno, del suo disegno, del destino che aveva forgiato per loro. Perché erano in decadenza, perché ormai avevano perso la loro anima, ed erano assorbiti solo dai loro interessi immediati, dalle meschine beghe provinciali, dalla loro rivalità e dalla invidia. Ma questo tipo di episodi, sia pure su scala più modesta, si sono ripetuti costantemente nella storia. Cesare che, nello sfacelo della Repubblica romana, cercava di costruire uno Stato adatto al governo dell’immenso impero, viene massacrato da un branco di congiurati senza idee. Pietro il Grande, che cercava di modernizzare la Russia andando ad imparare, come semplice maestro d’ascia, a costruire le navi per avere una flotta, per liberarsi degli svedesi e dei turchi invasori, per tutta la vita viene combattuto dai boiardi, dalla moglie e dal figlio. Galileo, l’inventore della scienza moderna, è stato arrestato e processato da preti ed accademici ignoranti e retrivi. Il rapporto fra i grandi creatori, gli uomini che hanno una visione, e gli altri, è solo un episodio dell’eterno conflitto fra i creatori ed i predatori. I contadini, gli artigiani, i mercanti, i principi costruiscono la città, la rendono ricca e bella. Poi arrivano i predoni che la saccheggiano, l’ incendiano e ne massacrano gli abitanti. La splendente Roma viene incendiata e insanguinata da una banda di vandali ignoranti, guidati da Genserico. Baghdad, la splendida capitale del califfato islamico, ridotta ad un cumulo di rovine e di morti dai mongoli analfabeti di Hulagu. E questa tendenza è continuata nel mondo moderno. Winston Churchill ha portato la Gran Bretagna alla vittoria. Ma che sospiro di sollievo hanno emesso i mediocri quando se ne è andato!

Ogni volta che vedo un grand’uomo all’opera ho l’impressione che si trascini, attaccati al suo vestito, gruppi di profittatori, di predoni, di ipocriti, di invidiosi che aspettano solo il momento di iniziare il saccheggio di quanto ha costruito. Avviene anche nelle imprese famigliari. Molti figli hanno brindato alla morte del padre che aveva costruito una splendida impresa. Poi hanno cercato di distruggere tutti i segni della sua presenza finché, alla fine, sono falliti o hanno venduto. I meschini non capiscono gli uomini che hanno una visione. Non li capiscono perché il loro animo è vuoto, senza ideali, senza una meta universale. Non li capiscono perché si sono circondati di complici con la loro stessa mentalità. Gente che pensa solo a sé, al proprio guadagno, al proprio interesse. Essi sono esattamente come i predoni che assaltavano, incendiavano e depredavano le città perché non sapevano costruirle, perché non ne capivano né la funzione né la bellezza. Oggi non usano le armi. Si servono delle manovre politiche, economiche, delle scalate, ma il risultato è sempre lo stesso: distruzione, corruzione e rovina.

fonte: Corriere della Sera

Potrebbe anche interessarti...

Articoli popolari