Associazionismo, il germoglio per la rinascita della politica

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di Vittorio Gervasi

Se guardiamo a quanto sta avvenendo nella politica del nostro Abruzzo, converremo che la crisi avanza.
Lo stile della rissa o della polemica a tutti costi e tra addetti ai lavori non si smorza, le proposte insensate e insignificanti per riaccendere vecchi campanilismi riaffiorano, il salto della quaglia da un partito di opposizione ad uno di maggioranza per garantirsi un “posto al sole” dilaga. Non è più un problema di destra o di sinistra, oramai riguarda tutti indistintamente ed ancor di più chi siede sulle poltrone di governo, perché tra questi, notoriamente, chi più urla e minaccia dimissioni, che puntualmente non arrivano, ottiene di più. Il sistema si sta avvitando e non si vede via d’uscita.
Chi cerca di approfittarne per raccogliere consensi a basso prezzo, ma senza una autentica proposta politica, sono i paladini del legalismo, una sorta di miscuglio tra populismo e demagogia notoriamente sterile e di facciata. La storia ci insegna che i puri, quando combattano una battaglia politica solo su questo, rischiano l’arrivo di qualcuno più puro di loro che provvede ad epurarli. Credo che la crisi della politica sia realmente profonda e credo che la ragione sia da rintracciare principalmente nella mancanza di uomini capaci ed idonei ad interpretare e dare rappresentanza ai sentimenti dei cittadini.
Mancano leadership e carisma per traghettare questo sistema fuori dalle sabbie mobili in cui è precipitato. I partiti assomigliano sempre più a club, dove si possono condividere interessi, ma non un progetto comune a vantaggio di tutti.
Una svolta autenticamente riformista non si vede all’orizzonte in nessuna amministrazione, molto spesso invece sembra di assistere ad un film già visto.
C’è aria di stanca. Una via di uscita potrebbe venire dall’associazionismo, quello vero, abituato a combattere per difendere idee e valori, e coordinandosi, chissà che non possa dare sfogo, almeno nelle amministrazioni locali, a movimenti civici espressione dei bisogni della gente.
E allora, se non è più consentito fare politica nei partiti, proviamo almeno a fare pre-politica nei movimenti: il seme, a suo tempo, darà frutto.

fonte: abruzzoliberale.it

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